Ispirazione
Le vite delle persone che qui andremo a presentare sono sempre state
un esempio da seguire per noi di LEM INDUSTRIES.
Per questo, a ognuno di loro è stata dedicata una sala dei nostri uffici
con la speranza che possano ispirarci ogni giorno.
Tenace, dedito al lavoro, determinato e di larghe vedute. Dino Gualdani è colui che, insieme a Franco Rosadini, dà forma e vita a LEM, azienda ispiratrice e cuore dell’odierno Gruppo LEM INDUSTRIES: realtà che tutela la forza dell’artigianalità e promuomuove l’inimitabile Made in Italy nel mondo.
Dino Franco Gualdani nasce a Montevarchi il 25 giugno del 1939.
Conosciuto da tutti come “Peppè” nel 1974 fonda LEM, la prima azienda di quello che oggi viene considerato il distretto di pulimentatura più importante a livello italiano.
Costruita volutamente nel Valdarno, in
breve tempo LEM, oltre a offrire un posto di lavoro a più di cinquanta persone, diventa uno dei punti di riferimento per i trattamenti galvanici applicati agli accessori dei più importanti brand di moda e lusso internazionali. Credere nel potenziale delle persone, tutelare l’artigianalità, puntare sull’originalità del Made in Italy, investire nel progresso tecnologico: questi gli aspetti che hanno determinato il successo del suo spirito imprenditoriale.
Padre dell’attuale Amministratore Unico Daniele Gualdani, Dino Franco Gualdani è stato un precursore per la sua epoca non soltanto perché ha deciso di portare il lavoro da Firenze in Valdarno, scommettendo sul suo territorio, ma perché ha creduto nei suoi ideali, valori e intraprendenza, permettendo l’avvenire di ciò che il Gruppo rappresenta oggi.
Determinato, caparbio e grande studioso, Luigi Galvani è sicuramente una figura per noi essenziale. A lui, infatti, si deve la scoperta del fluido elettrico, necessario per lo sviluppo della tecnica galvanica.
Luigi Galvani, professore universitario, grande ricercatore e studioso, nasce nel 1737 a Bologna.
A lui si deve la scoperta dell’esistenza di una relazione tra elettricità e vita, definita elettricità intrinseca all’animale, che produce la contrazione dei muscoli. Un’idea rivoluzionaria e che trova la forte opposizione di Alessandro Volta.
Secondo quest’ultimo, infatti, le contrazioni dei muscoli non sono causate
dall’elettricità presente nell’animale,
ma sono dovute a un’irritazione dei nervi non trasmessa dal cervello.
Gli studi di Galvani e di Volta, sono stati comunque fondamentali: al primo si deve l’invenzione della pila chimica, dell’elettricità biologica e di alcune sue applicazioni, come la cella elettrochimica, il galvanometro e la galvanizzazione; al secondo, la creazione della pila voltaica.
Visionario e sognatore, Shigeo Shingo è padre di alcune delle innovazioni che hanno rivoluzionato l’organizzazione aziendale e i sistemi produttivi, con l’obiettivo di renderli sempre più efficienti e funzionali. Per noi non solo un modello, ma lo strumento primo alla base del nostro miglioramento continuo.
Shigeo Shingo nasce a Saga nel 1909.
Ingegnere e consulente esperto nel miglioramento della gestione di fabbrica, teorizza alcune tra le più importanti innovazioni nel campo dell’ingegneria industriale.
È tra i pionieri del Lean Thinking e autore di Study of the Toyota Production System, il testo di riferimento della rivoluzione Lean, un modo di organizzare i sistemi produttivi
che ha come obiettivo la creazione di valore con meno risorse e meno sprechi.
Shingo è anche padre delle tecniche Poka-yoke (“a prova di errore”), volte a prevenire e correggere sul nascere i difetti di produzione, fino ad arrivare all’eliminazione dei controlli di qualità sul lavoro (Zero Quality Control).
Insieme a Taiichi Ohno, Shingo è fautore della filosofia Just in time. Una vera e propria rivoluzione nei sistemi produttivi, che passa da una logica push (di magazzino) a una logica pull, nella quale si produce solo la
quantità che si prevede di vendere in breve tempo.
Le innovazioni di Shigeo Shingo hanno contribuito a scardinare un’orgazzazione aziendale ormai farraginosa e anacronistica a favore di un modello Lean che ancora oggi applichiamo al fine di rendere sempre più efficienti i processi produttivi e di ridurre gli sprechi.
La passione per la moda, l’essere visionaria e sperimentatrice sono le caratteristiche di Elsa Schiaparelli in cui ci riconosciamo: come lei crediamo fortemente nella contaminazione tra settori, culture ed esperienze.
Il 10 settembre del 1890 nasce a Roma, in una famiglia di intellettuali, Elsa Luisa Maria Schiaparelli.
Famosa stilista e sarta italiana, ha saputo lasciare il segno non solo nel mondo della moda, ma anche nella nostra memoria. Una donna che con il suo talento ha ribaltato completamente le idee consolidate sul vestire.
Come? Inventando un colore che ancora oggi calca le più importanti passerelle del mondo: il rosa shocking; contribuendo a rendere il maglione un capo adatto a tutti, non solo a chi vive nelle campagne; usando per la prima volta la cerniera lampo su un abito.
Ma non solo.
Ha realizzato impermeabili da sera, abiti in vetro, mantelle di un’eleganza intramontabile. Salvador Dalí, per esempio, l’ha ispirata a tal punto da farle realizzare un tailleur con tasche minuscole come cassettini.
La sua creatività e originalità trovano espressione anche negli accessori: cappelli come spazi abitati, guanti con le unghie lunghe, i primi orecchini e braccialetti in plexiglass.
Una donna che, senza dubbio, ha saputo tradurre in capolavori la sua passione per lo stile, la raffinatezza e che ha lasciato la sua firma nel mondo della moda
Carismatico, pronto a sacrificare la sua vita per la patria, abile studioso e grande inventore, Teseo Tesei è senz’altro un uomo da ricordare per il suo spirito patriottico, la lealtà e l’onestà; ideali e valori che condividiamo profondamente.
Teseo Tesei nasce a Marina di Campo nel 1909; ultimo di otto figli, dal nonno armatore eredita la passione per
la vela.
L’anno successivo al termine dell’Accademia navale di Livorno nel 1929, viene nominato Tenente. Nel 1933 consegue a pieni voti la laurea presso la Scuola di Ingegneria Navale di Napoli, ottenendo poi il brevetto da palombaro presso la Scuola di Palombari di La Spezia.
Il suo grande successo? L’invenzione del siluro a corsa lenta (SLC), un’arma che permette a due operatori muniti di respiratori di pilotare un siluro navigando sott’acqua. Grazie a questa invenzione riceve la Medaglia d’Oro di 1° Classe.
Grazie a questo progetto Teseo Tesei compie delle grandi imprese, prima di morire la notte tra il 25 e il 26 luglio del 1941.
Quel giorno, infatti, viene programmata un’azione di forzamento della base inglese di La Valletta a Malta a cui anche Teseo prende parte.
Durante il corso dell’azione, effettuata da due SLC e sei barchini esplosivi, per non compromettere l’esito della missione e recuperare il tempo perso
Teseo decide di “spolettare a zero”, ossia sceglie di non allontanarsi dall’arma prima che questa esploda.
Per questo gesto eroico viene decorato della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.
Intelligente, perspicace, amante del rischio e ambizioso, Ardito Desio, ha guidato la spedizione che per prima ha raggiunto la temibile vetta del K2.
La sua storia ci dimostra che non ci si deve mai arrendere, sicuramente non dopo il primo tentativo.
Ardito Desio, personalità dalle molte passioni e sfaccettature, nasce a Palmanova il 18 aprile del 1897.
Da giovanissimo decide di arruolarsi e combattere la prima Guerra Mondiale.
Sfruttando il periodo di licenza concessogli si iscrive alla Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Firenze conseguendo la laurea a pieni voti.
Grazie alla sua passione per i luoghi ancora poco conosciuti organizza spedizioni impegnate nella conquista delle mete più ardite e ambiziose.
Non solo montagne, ma anche deserti e ghiacciai.
L’impresa più importante rimane senz’altro quella intrapresa dalla spedizione che lo vede al fianco di Lacedelli e Compagnoni per la conquista del K2, la seconda vetta del mondo.
Il primo tentativo sotto la guida del Duca di Spoleto fallisce.
Spinto dall’esempio dell’inglese Hillary, che scala l’Everest nel 1953, Desio ritenta l’impresa.
È il 31 luglio 1954 quando i tre alpinisti toccano finalmente la cima del K2, dopo settimane di sforzi e prove sovrumane.
Brillante, all’avanguardia, curiosa, studiosa e amante delle stelle e dell’universo: Margherita Hack è senza dubbio una donna da ricordare e celebrare non soltanto per gli importantissimi studi svolti nell’ambito dell’astrofisica, ma soprattutto perché ha saputo avvicinare davvero le persone alla scienza.
Margherita Hack nasce a Firenze, in via delle Cento Stelle, il 12 giugno del 1922.
Figlia di un contabile di origine svizzera e di una miniaturista alla Galleria degli Uffizi, Margherita è cresciuta e ha studiato a Firenze nel periodo
fascista dimostrandosi fin da giovane antinazista, fedele alle sue idee e portatrice di valori come la libertà e l’uguaglianza.
Dopo aver capito che gli studi classici non erano la sua passione decide di frequentare la facoltà di Fisica a Firenze e nel 1945 consegue la laurea.
Mentre scrive la tesi inizia a occuparsi della spettroscopia delle stelle, argomento interno all’astronomia che continuerà a studiare, insieme alla
radioastronomia, per tutta la vita.
Nel 1954 inizia il suo percorso come docente all’università e, per dieci anni, gira le università di tutto il mondo finché, nel 1964, non ottiene
la cattedra di astronomia a Trieste e diviene direttrice dell’Osservatorio astronomico, che rimarrà sotto la sua guida per più di vent’anni.
Animalista convinta, oltre a scrivere centinaia di pubblicazioni scientifiche, testi universitari e libri di divulgazione di grande successo, fondare riviste come “L’Astronomia” e “Le Stelle”, si impegna in politica ed è in prima linea per rivendicare con passione i suoi ideali in molte battaglie
civili: lotta con fermezza per i diritti delle coppie omosessuali e sostiene con forza la legge sull’eutanasia e il suicidio assistito.
Intraprendente, intelligente ed estremamente attento: Marco Polo è senza dubbio il viaggiatore per eccellenza, colui che grazie all’opera “Il MIlione”, ha reso noti al mondo le terre e i popoli d’Oriente, gli stessi cui ci ispiriamo e da cui continuiamo a imparare e apprendere.
Marco Polo nasce nel 1254 a Venezia
in una ricca famiglia di mercanti.
A soli 15 anni decide di partire con il padre alla volta della Cina, dove rimarrà per circa 25 anni.
Qui i commercianti veneziani si guadagnano la fiducia del Gran Khan del Katai in Cina, che affida loro alcune missioni nelle province più remote del suo impero.
Un’occasione che permette a Marco Polo di viaggiare in terre impervie, entrare in contatto con popolazioni e culture fino a quel momento sconosciute al mondo Occidentale. Di ogni luogo, Marco Polo ci offre una descrizione sorprendente e accurata. Durante il suo viaggio, per esempio, vede per la prima volta il petrolio, la carta, i fuochi d’artificio, i fiammiferi, le porcellane.
Questa straordinaria avventura, iniziata da Piazza San Marco e conclusasi a Pechino, viene resa eterna e conosciuta al mondo nel “Il Milione”, l’opera che ha donato all’Occidente le meraviglie dell’Oriente.
Per raggiungere importanti risultati servono grandi imprese. Cristoforo Colombo è senza dubbio un personaggio che ha segnato la nostra storia grazie alla sua curiosità, caparbietà e tenacia, caratteristiche alla base della nostra visione.
Cristoforo Colombo nasce a Genova il 3 agosto 1451 in una famiglia di piccoli commercianti tessili.
Fin da piccolo mostra una grande passione per il regno del mare e, in particolare, nutre una profonda
curiosità per le conformazioni geografiche del mondo allora conosciuto.
Durante la sua formazione come mercante ed esploratore, Colombo visita molte località e, studiando le rotte più moderne, si convince che
attraversando l’Oceano sarebbe potuto arrivare direttamente in Asia.
Forte delle sue convinzioni si rivolge prima al re Giovanni II del Portogallo, che però gli nega i fondi per avviare l’impresa; successivamente tenta con i re di Castiglia e Aragona che, soprattutto grazie all’appoggio della regina Isabella, gli concedono le risorse necessarie per organizzare il viaggio.
Una volta salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492 con le tre celebri caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria, il 12 ottobre dello stesso anno
giunge in quella che Colombo pensava fosse l’India, ma che in realtà si rivelerà essere l’America.
Uomo dal grande intuito, abile navigatore e cartografo, amante del mare e dei suoi segreti, Amerigo Vespucci, lo ammiriamo e ricordiamo per aver donato al mondo di ieri e a quello di oggi un nuovo punto di vista.
Fiorentino di nascita, Amerigo Vespucci, nasce il 9 marzo del 1454.
Trasferitosi, nel 1489 a Siviglia, in Spagna, su incarico di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, conosce Cristoforo Colombo e pochi anni più tardi si aggrega ad Alonso de Hojeda, incaricato di esplorare le coste del continente americano in direzione sud.
Amerigo Vespucci prende parte a moltissimi viaggi tanto da essere riconosciuto come uno degli esploratori più importanti del Nuovo Mondo.
Il suo merito più grande?
Aver compreso, durante un viaggio a servizio del Regno di Portogallo nel 1501, che le nuove terre recentemente scoperte a occidente dell’Oceano
Atlantico non erano l’estrema estensione dell’Asia orientale, come si credeva inizialmente, ma una parte di un continente ignoto che lui chiama Nuovo Mondo e che oggi tutti noi conosciamo come America.
Giovanni Caboto, navigatore ed esploratore italiano, è per noi esempio e conferma di quanto la conoscenza e l’esperienza passata siano fondamentali per scrivere nuove pagine di storia.
Le origini di Giovanni Caboto non sono certe; nasce probabilmente a Genova e si trasferisce giovanissimo a Venezia, dove intraprende i primi viaggi per mare e si dedica al commercio delle spezie con il Medio Oriente.
Trasferitosi a Valencia nel 1491 dirige e progetta i lavori di ampliamento del porto cittadino. Nel 1493 intuisce, dopo il ritorno di Cristoforo Colombo,
che quest’ultimo non aveva raggiunto l’Asia. Chiede così a Ferdinando e Isabella, regnanti di Spagna, di poter allestire una flotta e partire per un
viaggio esplorativo lungo una rottap iù settentrionale. Ricevuto il rifiuto dai reali decide di trasferirsi, nel 1494, in Inghilterra dove riesce a convincere il re Enrico VII a sostenere il suo progetto.
Dopo una serie di imprese, nel 1498, Caboto al comando di sei navi e circa duecento uomini salpa nuovamente, raggiunge il Labrador e si dirige verso la Groenlandia e lo Stretto di Davis, finché la banchisa polare, compatta e invalicabile, lo costringe a retrocedere. L’obiettivo è quello di raggiungere il Giappone: invece scopre il Canada.
Audacia, forza ed eleganza: queste le virtù di Caterina de’ Medici che ci ispirano; una donna che con le sue azioni, ha plasmato la politica francese ed europea del Cinquecento e contribuito alla diffusione di usanze e tendenze ancora attuali.
Caterina de’ Medici nasce a Firenze
il 13 aprile 1519 e diviene rapidamente una delle figure più importanti e controverse della politica
francese e non solo.
Regina consorte di Enrico II dal 1547 al 1559, alla morte del figlio primogenito diventa reggente fino al 1563.
Madre di tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III), Caterina de’ Medici è nota ancora oggi come “regina madre” o “regina delle buone maniere”.
A lei si devono, infatti, l’introduzione della forchetta a tavola tra gli aristocratici francesi, la nascita della cucina francese e l’uso delle mutande tra le dame di corte.
Dotata di grandi abilità politiche e una certa dose di spregiudicatezza, Caterina si impegna per attuare una politica della conciliazione tra
cattolici e protestanti.
Curiosità, passione, una grande capacità di osservazione e una forte determinazione rendono Charles Darwin un personaggio iconico della nostra storia e al quale ci ispiriamo per migliorarci ed evolverci giorno dopo giorno.
Charles Darwin nasce a Shrewsbury il 12 Febbraio del 1809.
Il grande amore per le scienze naturali lo spinge a prendere parte - nonostante la forte opposizione del padre - a un viaggio sul brigantino “Beagle” in qualità di naturalista di bordo; un’esperienza che segnerà la nostra storia e la percezione del mondo.
Darwin grazie ai numerosi studi e considerazioni effettuati nel corso dei cinque anni di viaggio, durante i quali ha analizzato le caratteristiche geologiche di continenti, isole e osservato un gran numero di organismi viventi e fossili, al suo rientro pubblica prima “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” e poi il suo capolavoro “L’origine delle specie”.
Un’opera, quest’ultima, che è riuscita a far cambiare all’uomo non soltanto la concezione di se stesso, ma anche quella del mondo naturale che lo circonda.
La teoria dell’evoluzione delle specie di Darwin, ancora oggi, rappresenta la migliore spiegazione basata su evidenze concrete di come le specie evolvono e cambiano nel tempo.
Curiosità, tenacia e dedizione sono solo alcuni dei tratti che permisero a Rita Levi-Montalcini di diventare una tra le personalità più influenti del Novecento.
Il suo esempio ci guida ogni giorno, spingendoci a trovare nuove strade per fronteggiare le sfide che ci si parano davanti.
Rita Levi-Montalcini nasce a Torino nel 1909. Nel 1930 decide di studiare medicina all’Università di Torino e inizia i suoi studi sul sistema nervoso, che proseguirà per tutta la vita.
A seguito delle leggi razziali, in particolare per quelle antiebraiche, nel 1939 è costretta a emigrare in Belgio. Tornata in Italia, riesce a proseguire i propri studi ed esperimenti, trovando infine rifugio a Firenze. Nel 1944 diventa medico presso il Quartier Generale anglo-americano.
Nel 1946 si trasferisce negli Stati Uniti, dove rimane fino al 1977. Qui conduce alcuni tra i più importanti studi nel campo delle neuroscienze, i cui risultati sono di fondamentale importanza nella comprensione del cancro e di malattie come Alzheimer e Parkinson. Nel 1986, riceve il Premio Nobel per la medicina.
In Italia ricopre ruoli di prestigio presso l’Istituto Superiore di Sanità, il CNR e l’Accademia dei Lincei. Nel 2001 viene nominata Senatrice a Vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”.
Grazie al suo impegno, Rita Levi-Montalcini ha dato un contributo essenziale al progresso scientifico e contribuito ad avvicinare generazioni di donne a un mondo quasi esclusivamente maschile.